Wired Trends 2023, l’appuntamento di Wired Italia sulle tendenze e alle previsioni dell’anno che è appena cominciato, è stato dedicato al futuro della sostenibilità.
Da uno studio di Ipsos per cui sono stati intervistati più di 100 top manager nel mondo, è emerso che metà delle aziende Esg hanno cambiato il loro modo di fare e produrre, mentre l’81 % si sta preoccupando di cambiare. La finanza ha trovato un modo di riscattare se stessa. Sono aumentate le persone interessate, ma anche gli scettici. Quest’anno hanno infatti raggiunto il 22%, contro il 19% del 2021”. Il 48% degli intervistati pensa che i cosiddetti green jobs aumenteranno in futuro. Mentre l’economia circolare è ancora poco conosciuta: la conosce poco più del 40 % degli intervistati contro oltre l’80% di coloro che invece hanno già sentito parlare di sostenibilità.
I dibattiti a Wired Trends 2023
Economia circolare e Raee
“Purtroppo a livello mondiale l’economia circolare rappresenta solo il 9%, in Italia è al 20%/21%. L’Italia si sta muovendo bene. Mettere in piedi dei processi circolare ha dei costi – continua Bonato -. Se si pensa al breve termine, questo spaventa. Il beneficio è nel medio lungo periodo. Le aziende devono evitare il greenwashing e avere ben presente il ciclo di vita”. Secondo Bonato, i Raee (le Aee sono tecnologie pervasive, sono dappertutto, riguardano tutto quello che funziona con energia elettrica. In Italia si conta per una media pro capite 7 chili di Raee riciclati per abitante) si riciclano con un tasso superiore al 90%. Inoltre, in uno smartphone sono contenuti più di 40 materiali, “è una miniera urbana. Nei Raee sono presenti molti raw material, che fanno parte dell’elenco delle 30 materie critiche dell’Unione europea. Peccato che spesso teniamo quella miniera urbana nei cassetti di casa”.
Le fonti rinnovabili
“Negli ultimi mesi sono successe tantissime cose – esordisce a Wired Trends 2023 Gianluca Ruggieri, cofondatore di ènostra, fornitore cooperativo di elettricità acquistata da impianti sostenibili -. Abbiamo dovuto correre ai ripari per una possibile interruzione delle forniture di gas dalla Russia, e abbiamo anche dovuto affrontare il tema della riattivazione delle centrali a carbone. Contemporaneamente a questo, c’è stata anche un’enorme accelerazione nel campo della transizione energetica. Gli obiettivi dell’Unione europea erano quelli di raggiungere entro il 2020 il 20% di energia di fonti rinnovabili, e invece abbiamo raggiunto il 22%”. L’obiettivo del 2030 è passato dal 27% al 32%, al 40% mentre ora si sta discutendo di arrivare al 45% di fonti rinnovabili. “Siamo molto lontani da questo obiettivo e i tempi sono ristretti, però ci sono le condizioni per un’accelerazione.
Ruggieri individua anche una definizione di prosumer di energia: “Oggi abbiamo la consapevolezza che ciascuno di noi può essere protagonista come produttore di elettricità da fonti rinnovabili. Il prosumer è quindi un consumatore che diventa anche produttore. In Europa si stima che entro il 2050 si arriverà a produrre metà del nostro fabbisogno energetico attraverso piccoli progetti come o progetti collettivi”, conclude.
Finanza sostenibile
“Se partiamo dalle dichiarazioni di Elon Musk, che sostiene che i criteri Esg sono il diavolo – interviene Claudia Segre, fondatrice e presidente di Global Thinking Foundation, a Wired Trends 2023 -, si può capire quanto il dibattito sia ampio e coinvolga soprattutto una consapevolezza comune e condivisa delle aziende e degli stati che non si può prescindere da questo impegno. Evitando il green washing e avendo un impianto di regolamentazione molto importante che si è sviluppato negli anni, a questo punto è arrivato il momento dell’azione, che parte da una finanza sostenibile, che finanzierà l’agenda 2030 e le azioni che all’interno delle aziende devono essere fatte per cambiare i modelli organizzativi e soprattutto, dopo i due anni di Covid, cercare di riportare a sé quella responsabilità individuale e sociale dei lavoratori e delle lavoratrici, che si trovano in un mondo così complesso così cambiato dove la sostenibilità non per tutti è qualcosa di chiaro”.
L’inquinamento digitale
Di cosa si parla quando parliamo di digital pollution?
A Wired Trends 2023 il giornalista, documentarista e autore francese Guillaume Pitron, autore del libro Inferno digitale, ha parlato l’impronta ecologica della tecnologia: “Voglio richiamare l’attenzione sul fatto che le tecnologie digitali possono rappresentare una soluzione alla crisi climatica: le possiamo impiegare nella lotta alla crisi climatica, grazie alla tecnologia digitale possiamo prevedere quali saranno gli effetti del cambiamento climatico alla fine del secolo. Per queste azioni sono uno strumento molto utile – interviene Pitron – Dall’altra parte, le tecnologie digitali non sono virtuali. La virtualità è un’illusione. La tecnologia di Internet comprende anche i data center, una rete di cavi e altre tecnologie speciali. Quindi si tratta di infrastrutture complesse che si trovano in tutto il mondo, il che significa materialità, consumo di energia ed emissioni di CO2. Le tecnologie digitali sono responsabili oggi del 4% delle emissioni, più degli aerei. Ci stiamo muovendo sempre più verso una maggiore inquinamento dovuto alla tecnologie digitali e se non interveniamo adesso la situazione potrebbe diventare incontrollabile nei prossimi 10/20 anni“.