Le ondate di calore rappresentano una minaccia crescente per la salute nelle città italiane, sempre più esposte agli effetti del cambiamento climatico. Il corpo umano può tollerare solo una combinazione limitata di temperatura e umidità, misurata dalla cosiddetta temperatura di bulbo umido, che indica la capacità del corpo di raffreddarsi tramite la sudorazione. Quando questa supera i 30°C, il sistema di termoregolazione del corpo collassa, mettendo a rischio organi vitali come il cervello, il cuore e i reni. Questo pericolo colpisce in particolare anziani, bambini e persone con patologie preesistenti.
Molti cercano rifugio nelle loro case accendendo i condizionatori, ma non tutti hanno questa possibilità. Alcuni lavorano all’aperto, devono muoversi in città, o semplicemente non dispongono di un’abitazione. Inoltre, l’uso eccessivo dei condizionatori contribuisce al riscaldamento urbano e può portare a blackout. Di fronte a queste sfide, emerge la necessità di creare soluzioni alternative, come i rifugi climatici.
I Climate Shelters di Barcellona
Barcellona ha introdotto una rete di “rifugi climatici” chiamati climate shelters, distribuiti in oltre 350 punti della città. Questi rifugi includono biblioteche, musei, centri civici, scuole e persino chiese e centri commerciali, che offrono spazi freschi dove rifugiarsi gratuitamente. Il programma, avviato nel 2020, è una risposta all’ondata di calore record del 2019, e ha come obiettivo garantire che il 100% dei cittadini abbia accesso a un rifugio entro il 2030. Oltre a spazi chiusi, la città conta anche parchi ombreggiati, fontanelle e piscine a prezzo calmierato.
Questi luoghi rappresentano una soluzione pratica per combattere il caldo senza aggravare la crisi energetica e offrono ai cittadini uno spazio sicuro dove trascorrere le ore più calde.
Le Cool Islands di Parigi
Anche Parigi ha sviluppato un sistema di rifugi climatici durante i Giochi Olimpici del 2024. Le “cool islands” sono costituite da circa 1300 spazi freschi, tra cui aree verdi, piscine pubbliche, e strutture mobili come chioschi e pergolati. Questi rifugi temporanei e permanenti sono stati progettati per offrire refrigerio durante i picchi di caldo. La città ha anche implementato una mappa interattiva che permette ai cittadini di individuare facilmente i punti più freschi.
Analogamente a Barcellona, anche Parigi ha integrato parchi e fontane nella sua rete di rifugi, offrendo soluzioni pratiche e accessibili per i cittadini che devono affrontare le ondate di calore estive.
Le mappe delle oasi contro le ondate di calore
L’efficacia dei rifugi climatici è amplificata dall’utilizzo di mappe interattive, che aiutano i cittadini a localizzare rapidamente le oasi di fresco. Applicazioni come Extrema permettono di identificare i rifugi climatici in città come Milano, Atene e Rotterdam. Negli Stati Uniti, città come Boston e New York hanno sviluppato sistemi simili per indicare i “cooling centers”, mentre in Europa, anche Londra e Berlino hanno adottato mappe di questo tipo.
Queste mappe diventano uno strumento essenziale, specialmente durante i periodi di massima affluenza turistica, per garantire che residenti e visitatori possano trovare rapidamente un rifugio sicuro dal caldo urbano.
I rifugi dal caldo estremo devono essere accessibili a tutti
Perché i rifugi climatici siano davvero efficaci, è fondamentale che siano accessibili a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche o sociali. Questo significa che devono essere aperti anche durante le ferie estive e situati in aree facilmente raggiungibili. Alcuni studi, come quello condotto sui cooling centers di Los Angeles, evidenziano che molte persone preferiscono rifugi informali come centri commerciali o caffè, ma questi spesso escludono chi non ha la possibilità di spendere.
La questione della “cooling poverty” è centrale: le persone più vulnerabili non sempre hanno accesso a luoghi sicuri dove ripararsi dal caldo estremo, rendendo urgente un ripensamento delle politiche di accesso a questi spazi.
Le città che proteggono i propri cittadini dalle ondate di calore
Alcune città hanno sviluppato politiche innovative per garantire l’accesso ai rifugi climatici durante le ondate di calore. Saragozza ha introdotto tariffe scontate per le piscine durante le allerte caldo, mentre Berlino ha lanciato l’iniziativa Hitzehilfe, che fornisce spazi climatizzati e beni di prima necessità, come acqua e cappelli, a chi ne ha bisogno.
Questi esempi dimostrano che le città possono e devono giocare un ruolo attivo nel proteggere i loro cittadini dagli effetti del cambiamento climatico, adottando misure concrete e accessibili per garantire la sicurezza durante i picchi di caldo.
Servono rifugi dal caldo
L’Unione Europea, dove solo il 20% degli edifici è dotato di aria condizionata, ha l’opportunità di adattarsi al cambiamento climatico sviluppando tecnologie e soluzioni più sostenibili. Tuttavia, i rifugi climatici rappresentano una risposta immediata e necessaria per mitigare gli effetti delle ondate di calore. In un contesto in cui il caldo estremo è già una realtà, con migliaia di vittime ogni anno, le città devono prioritizzare la creazione di spazi sicuri dove la popolazione possa trovare riparo.