L’emergenza non ci ferma e cresce l’industria del riciclo dei rifiuti
Ci sono lati e dati positivi che questa pandemia non è riuscita a intaccare. Infatti l’Italia è prima classificata, rispetto a tutti gli altri concorrenti europei, nel riciclo dei rifiuti. Una classifica nata dai dati rilasciati dall’Eurostat e confermati dall’ultimo rapporto di GreenItaly, ricerca promossa annualmente dalla Fondazione Symbola.
Il Bel Paese, ancora una volta, si riscopre capace di affrontare grandi sfide con risultati eccellenti. I numeri specificano come ci si impegni nel riciclo dei rifiuti. Circa il 79% degli scarti industriali e urbani, infatti, viene correttamente riciclato. E questo comporta conseguenze positive anche a livello di risparmio energetico e riduzione delle emissioni nocive.
In concreto la raccolta differenziata ci mostra dati più che positivi al nord, dove Milano si ritrova ai vertici delle più grandi città europee. Purtroppo è un caso diverso nel sud Italia, dove il riciclo dei rifiuti è poco diffuso a livello urbano, seppur più incoraggiante a livello industriale. In particolare l’industria del legno, come quella agroalimentare, raggiungono ottimi risultati.
Quanto ha inciso il lockdown nel sistema di riciclo dei rifiuti?
Con l’inizio della pandemia e la conseguente quarantena, l’industria del riciclo dei rifiuti ha visto un progresso costante nella raccolta differenziata, soprattutto nel primo quadrimestre 2020.
La differenziata in Italia riesce a battere la pandemia mettendo a segno un +7% nella raccolta di imballaggi, con circa un +6% per quelli in vetro e plastica e un +10% per quelli in carta e cartone, +18% per acciaio. Accusano, invece, una flessione superiore al 10% i conferimenti presso le isole ecologiche di rifiuti elettrici ed elettronici.
Nel complesso il primo quadrimestre si chiude con un +7% della raccolta imballaggi grazie a 1,6 milioni di tonnellate contro i 1,5 milioni dello stesso periodo del 2019. Il Conai per questo nuovo anno prevede anche un aumento del 5% dei conferimenti per quasi tutte le categorie. In questo modo si raccoglieranno quasi 5,3 milioni di tonnellate di imballaggi rispetto ai 5 milioni dello scorso anno.
Riciclo, ricerca e innovazione
Il settore del riciclo dei rifiuti, visti soprattutto i recenti sviluppi, potrebbe beneficiare dei fondi UE del Recovery Fund per finanziare la ricerca e l’innovazione. In particolare per il trattamento delle plastiche miste e di alcuni Raee. Ma anche per finanziare quell’innovazione volta a migliorare la riciclabilità dei prodotti stessi.
Se la raccolta nel complesso procede abbastanza bene le difficoltà si riscontrano nell’utilizzo delle materie prime seconde. Così è evidente la riduzione degli sbocchi verso l’estero dovuti a rallentamenti doganali, mentre la domanda interna registra un blocco a causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito settori produttivi che in condizioni normali assorbirebbero i materiali riciclati.
Infine sarà necessario intervenire rafforzando il ricorso a prodotti e beni riciclati negli acquisti pubblici verdi e introducendo l’obbligo, per determinati prodotti e opere, di un contenuto minimo di riciclato. Scelte che anticipano anche le azioni previste dal nuovo Piano Europeo sull’Economia Circolare.
Ovviamente la pandemia ha inciso fortemente sulla Green Economy, infatti ad oggi recuperare risorse da destinare al “verde” è indispensabile. Un dato positivo è che le aziende italiane che hanno investito o investiranno sulla produzione sostenibile saranno avvantaggiate. Anche grazie al sostegno delle politiche green di informazione veicolate ai consumatori, elementi che possono fare la differenza in termini di consapevolezza e sensibilizzazione. Perché investire e vivere green è un primo passo verso un sistema 100% sostenibile.
Per saperne di più, visita il link:
https://www.symbola.net/approfondimento/rapporto-greenitaly-2020/
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