Migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico è uno dei sei macro target del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Si tratta del programma di investimenti che l’Italia presenterà alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU.
Per la cosiddetta transizione ecologica, il Governo prevede di investire complessivamente 68,6 miliardi. Tra gli obiettivi clou ci sono idrogeno, teleriscaldamento, agrivoltaico e nuovi obiettivi di riciclo.
Nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, secondo il quale “una delle missioni del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è espressamente dedicata alla “rivoluzione verde”, il testo proposto dal PNRR non soddisfa le associazioni ambientaliste. Infatti, secondo queste ultime c’era la possibilità di fare di più.
Cosa dice il PNRR
Il piano si articola in sei missioni e 16 componenti. Beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi con il Parlamento e la Commissione Europea. Una delle missioni del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è espressamente dedicata alla “rivoluzione verde”. Nel dettaglio prevede investimenti e riforme per l’economia circolare al fine di raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi.
Si parla del 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone. 65% di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”) e 100% recupero nel settore tessile tramite “Textile Hubs”. In tal senso il Governo è pronto migliorare la rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e realizzare nuovi impianti di trattamento/riciclo. Soprattutto nei comuni del Centro-Sud Italia.
Inoltre verrà sviluppato un sistema di monitoraggio su tutto il territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali”. Questo attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie IA.
Le fonti rinnovabili
Il PNRR prevede importanti investimenti nelle fonti rinnovabili, semplificando le procedure di autorizzazione nel settore. La linea di intervento ha l’obiettivo di potenziare la capacità produttiva con nuovi 6GW. Migliorare la rete elettrica e digitalizzare le infrastrutture di trasmissione e distribuzione dell’energia. Inoltre questi investimenti potranno sostenere anche la realizzazione di sistemi di generazione energetica off-shore, che combinino tecnologie ad alto potenziale di sviluppo con tecnologie più sperimentali, in assetti innovativi e integrati da sistemi di accumulo.
A contribuire agli obiettivi green del PNRR saranno anche il progetto Parco Agrisolare, il quale prevede incentivi all’installazioni di moduli FV in ambito agricolo ma senza consumo del suolo. E il progetto Isole verdi che trasformerà 19 territori in laboratori di autosufficienza energetica.
Idrogeno
L’idrogeno avrà un ruolo di primo piano. Attraverso i progetti flagship, per l’utilizzo del vettore nei settori industriali hard-to-abate, e tramite la creazione di “hydrogen valleys”. Senza dimenticare l’installazione di stazioni di ricarica. Inoltre, il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione. E per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Infine la terza linea d’intervento prevede incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici, assieme alla proroga del superbonus 110% al 2023. Spazio anche alle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15%, e alla riduzione del dissesto idrogeologico.
Le associazioni ambientaliste sul PNRR
Tra le prime a far sentire la sua voce, Legambiente ha chiesto di “concretizzare la transizione ecologica partendo dai territori e da quelle dieci opere faro che possono proiettare l’Italia verso un 2030 più sostenibile e verde”.
Ci si aspetta scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare. Puntando solo sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sull’idrogeno verde, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle tratte extra urbane. Ma anche sulla rigenerazione urbana, sull’agroecologia, sul turismo sostenibile e sulle aree protette. Solo così si potrà proiettare davvero l’Italia al 2030 rendendola più verde, pulita e inclusiva. Dando delle risposte concrete ai cittadini e ai giovani che continuano a scioperare per il clima.
Anche per il WWF il PNRR trasmesso alle Camere è un passo significativo. Ma non basta per una la rivoluzione verde che ha bisogno di una spinta ulteriore sull’energia, sulla biodiversità, sul territorio, l’economia circolare e l’agricoltura biologica. Greenpeace, invece, ha organizzato un sit-in per parlare di una “mezza svolta verde”. Il PNRR presenterebbe, sì qualche novità di rilievo, ma ancora diversi limiti.
Infine anche FederBio chiede “la definizione di strategie nazionali per il biologico e l’implementazione della transizione agroecologica nei Piani d’azione nazionali”.
Per saperne di più, visita il link:
https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_0.pdf
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