Negli ultimi giorni, è stato discusso il concetto di “zero termico” poiché, nella giornata di Martedì 18 luglio, si è avvicinato ai 5000 metri di quota. Per essere più precisi, il 17 Luglio il zero termico era intorno ai 4400/4600 metri di quota, ma successivamente è aumentato ulteriormente.
Il termine “zero termico” indica l’altitudine al di sopra della quale la temperatura dell’aria rimane costantemente inferiore allo zero. Nella troposfera, il primo strato dell’atmosfera, la temperatura diminuisce man mano che si sale in quota. In altre parole, lo zero termico rappresenta la prima altitudine in cui la temperatura incontra il punto di congelamento, passando da valori negativi in alto a valori positivi in basso, come spiegato dai tecnici di Arpae.
Qual è l’importanza dello zero termico?
Ma qual è l’importanza di conoscere e interpretare questo parametro? Esso ci permette di comprendere la “quota neve”, ovvero l’altitudine al di sotto della quale le precipitazioni rimangono sotto forma di neve o si trasformano in pioggia.
Questa informazione è particolarmente rilevante alla luce del cambiamento climatico e dell’allarme lanciato durante la terza edizione della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente (2022). Secondo i dati, i ghiacciai delle Alpi stanno scomparendo a un ritmo preoccupante, con oltre 200 ghiacciai già scomparsi dal XIX secolo, sostituiti da detriti e rocce. Il riscaldamento globale è uno dei principali responsabili di questo arretramento.
In pratica, il riscaldamento globale sta spostando verso l’alto il limite dello zero termico, provocando diverse anomalie climatiche. Questo parametro, che segna il confine dei 0 gradi Celsius oltre il quale la neve e i ghiacciai sono considerati “perenni”, ha avuto una media compresa tra i 3200 e i 3700 metri di altezza. Tuttavia, a causa del cambiamento climatico, questa quota si è spostata verso l’alto e dieci anni fa si trovava al di sopra dei 4000 metri, mentre oggi si trova quasi a mille metri in meno.
È fondamentale comprendere queste variazioni poiché ci aiutano a monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulla natura e a comprendere meglio le dinamiche atmosferiche. Pertanto, preservare la nostra natura e contrastare i cambiamenti climatici è un imperativo per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.”