Rispetto per l’ambiente e solidarietà si uniscono, in un’iniziativa molto importante per chi deve indossare delle parrucche ogni giorno. Ed è così che nasce il progetto “la plastica che fa bene”, pensato per aiutare le donne a sentirsi bene con sé stesse, in ogni momento.
Da dove nasce il progetto: “La plastica che fa bene”
Il progetto “La plastica che fa bene” nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Oncologico Veneto, l’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) di Padova, Confartigianato Imprese Padova e Amico dell’Ambiente. Tanti nomi per un’iniziativa sociale: raccogliere tappi di plastica per finanziare parrucche destinate a pazienti malate di tumore, che hanno perso i capelli a causa delle cure e della chemioterapia.
Esiste , in realtà, da pochi mesi, ma si tratta di un passo in più all’interno di un progetto già esistente chiamato “Non smettere di piacerti”. Un progetto che l’AVO porta avanti dal 2009, nato da un acconciatore malato di cancro che si è reso conto della grande sofferenza delle donne causata dalla perdita dei capelli: un disagio estetico e sociale, vissuto il più delle volte come una menomazione della propria immagine.
Tutto parte da una considerazione: non si può lasciare che il tumore prenda possesso della propria vita. Si deve continuare a prendersi cura di sé e della propria femminilità anche quando si è malate. Una possibilità che i volontari mettono a disposizione direttamente all’interno dell’ospedale.
“Alle donne seguite dall’Istituto Tumori che ne fanno richiesta forniamo una parrucca in prestito” – spiega Anna Marchiori, volontaria AVO e responsabile del progetto, a Ohga, testata giornalistca online. “Possono tenerla per tutto il tempo necessario e poi la restituiscono. A quel punto, dopo essere stata igienizzata, viene rimessa a disposizione di altre pazienti. Abbiamo anche delle estetiste volontarie che forniscono consulenze sull’uso di cosmetici, perché anche la pelle risente delle cure. I prodotti vengono forniti gratuitamente da Euphidra, almeno per quanto riguarda le prime prove”.
L’esigenza di un progetto per la salute e l’autostima delle donne
Le iniziative all’interno di questo progetto sono molte, ma di solito, però, è proprio la parrucca l’accessorio più richiesto. Per non spaventare i figli che vedono la mamma malata, per non mostrarsi calve davanti al marito o, semplicemente, per evitare domande e sguardi. “Alcune la indossano addirittura per tutta la notte”, prosegue Marchiori, “perché vogliono vivere la malattia privatamente”.
Da quando “Non smettere di piacerti” è partito, sono circa 150 le parrucche distribuite ogni anno. Un parrucchiere incontra una volta al mese le pazienti all’Istituto Oncologico e, per quanto siano tutti volontari, le spese sono indubbiamente presenti. Ogni parrucca costa circa 450 euro, per realizzarla, per mantenerla sempre nuova e per igienizzarla. E così è arrivata l’idea dei tappi. “Uno dei sette parrucchieri che collaborano con noi – racconta Marchiori – ci ha messo in contatto con Giovanni Giantin, presidente del progetto Amico dell’Ambiente che già da diverso tempo organizza iniziative socialmente utili e le sostiene attraverso il riciclo della plastica. È stato lui a proporci di acquistare da noi questo materiale sotto forma di tappi, bottiglie e altri contenitori adatti ad essere riutilizzati. Noi riceviamo 18 centesimi ogni chilo consegnato e così possiamo raccogliere fondi per le parrucche”.
Come contribuire al progetto
Se abiti in quella zona, puoi contribuire anche tu. Sono stati posizionati dei bidoni in determinati punti di raccolta, dove ciascuno può depositare il proprio sacco. Si trovano all’Istituto Oncologico Veneto, all’Asl di Padova, all’Ospedale “Sant’Antonio” e alla “Casa ai Colli” sempre nella città veneta. Inoltre, puoi lasciare la plastica anche presso i negozi dei parrucchieri che collaborano con i volontari. Come si può immaginare, servono tanti chili prima di arrivare a raggiungere cifre che permettano di sostenere i costi delle parrucche. Necessario assolutamente fare attenzione: la plastica non è tutta uguale. Sotto al detersivo o alla bottiglia dell’acqua minerale, controlla che ci sia un numero che corrisponda al 2 o al 5. Altrimenti, puoi consegnare solo il tappo.
La filosofia e l’approccio di AVO sono contraddistinti da una profonda empatia verso le pazienti: la perdita dei capelli è un effetto che porta con sé un cambiamento nella percezione di sé stessi, per questo tutti i volontari cercano di far vivere a pieno la femminilità delle pazienti, senza lasciare che gli effetti collaterali di una terapia annullino la spettacolare bellezza di ogni donna. Non smettere di piacersi, infatti, è la condizione necessaria per vivere con meno disagio la malattia.