I sacchetti “green” sono davvero sostenibili?

La scelta dei sacchetti con cui portiamo a casa i nostri acquisti contribuisce a determinare il nostro essere sostenibili. Eh sì, perché tutto ciò che facciamo ha un’impronta più o meno ecologica. Da un’analisi condotta da “Inchieste” è emerso che non sempre quelli che consideriamo più “green” lo sono davvero. Scopriamo insieme perché.

Innanzitutto partiamo dall’evidenziare i fattori dell’intero ciclo vitale dell’oggetto di studio in questione.

Bisogna innanzitutto partire dall’estrazione delle materie prime necessarie a produrre i sacchetti. L’utilizzo del suolo e l’acqua necessaria, passando per l’energia indispensabile per la sua fabbricazione. Essenziale considerare anche il suo impatto sulla salute, il trasporto e la facilità di riciclo a fine vita.

L’inchiesta ha preso in esame i sacchetti venduti nella grande distribuzione, per capire quali siano i più rispettosi dell’ambiente.

Quanto sono “green” i tuoi sacchetti?

Il peso della spesa.

Per fare in modo che tutte le alternative fossero paragonabili tra loro è stato fondamentale fare riferimento ad una spesa tipo. La scelta è ricaduta su una spesa standard con un volume di 20 litri ed un peso di 10 kg. Per compostabile, cotone, carta e poliestere servono due sacchetti.

Il modello di riferimento è il sacchetto compostabile. Questo ha un indice pari a 1, il suo impatto è cioè considerato un punto di riferimento: tutti gli altri prodotti hanno un impatto espresso in funzione di un sacchetto compostabile.

Uno sguardo ai risultati.

Il trolley è il contenitore che ha l’impatto ambientale in assoluto più alto rispetto a tutte le altre categorie. Certo, è di gran lunga il più resistente e il più utile specialmente per persone anziane o con ridotta capacità motoria. L’analisi condotta mostra che per avere un impatto inferiore a quello di un sacchetto compostabile andrebbe utilizzato più di 1.200 volte. Considerando in media due spese a settimana, andrebbe tenuto ed usate per oltre 11 anni.

Ma i risultati sorprendono ancora! I sacchetti in Juta, cotone e fibre naturali hanno per tutti noi una valenza “green”. In realtà, l’inchiesta evidenzia che occorre utilizzare ben 240 volte una borsa di cotone bio per ammortizzare l’impatto ambientale, 240 volte maggiore rispetto a quello del sacchetto compostabile. Ed è quando si parla di tossicità umana che il cotone dà il peggio di sé: impatti pari a 155 e 239 volte più alti del compostabile per il normale e il bio.

Anche la iuta non scherza in fatto di impatto ambientale nocivo: è battuta soltanto dal cotone. Poliestere e polipropilene decisamente più “green”.

Molto meglio la carta: bastano dai 4 ai 5 usi per stare al pari con il compostabile. Però generalmente è fragile, specie in caso di umidità. La tossicità umana è una volta e mezzo quello del sacchetto di riferimento, il che rende comunque la carta un ottimo sostituto.

Il sacchetto ideale

Ufficiale: i sacchetti “green” ideali sono quelli che già hai.

Se solitamente porti con te le buste quando vai a fare spesa, la migliore è quella in poliestere. Leggera, robusta e occupa poco spazio da vuota. Inoltre, possono essere comodamente piegate e messe in tasca. Basta utilizzarle solo quattro volte per ammortizzare il maggior impatto ambientale rispetto al sacchetto compostabile.

Se sei a fare compere senza borse, la scelta più sensata è quella di comprare un sacchetto compostabile, da riutilizzare finché regge e poi usare per i rifiuti.

 

 

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