Ogni anno tonnellate di bucce e altri scarti di arance finiscono nella spazzatura. Ma se riutilizzate in maniera adeguata questo rifiuto può diventare una risorsa sorprendente, in grado di contrastare persino la desertificazione. In Sicilia è già realtà. Gli scarti delle arance siciliane, insieme ai rifiuti industriali di zolfo, sono diventati i protagonisti di un progetto di economia circolare al quale sta lavorando l’azienda Sbs Steel Belt Systems Srl nell’ambito di un progetto, finanziato dall’Ue, che prende il nome di Life Life RecOrgFert Plus.
Da rifiuti a risorsa
La società siciliana si occupa di progettazione e costruzione di impianti industriali a nastro d’acciaio inossidabile. Negli ultimi tempi, però, sta lavorando anche alla creazione di nuovi fertilizzanti ecosostenibili. Pochi mesi fa l’azienda è riuscita ad ottenere un finanziamento dall’Unione europea per convertire i rifiuti del settore agrumicolo e quelli industriali di zolfo in un fertilizzante organico amico dell’ambiente, da usare al posto delle sostanze chimiche inquinanti.
“Grandi quantità di zolfo recuperato dalla desolforazione di gas e petrolio, sebbene parzialmente riutilizzato in applicazioni industriali, in gran parte rimane inutilizzato e finisce in discarica, rappresentando quindi una potenziale minaccia ambientale” si legge nel sito dedicato al progetto europeo, che avrà una durata di circa 4 anni.
Nello specifico per produrlo vengono impiegati scarti di arance (bucce e polpa) e i rifiuti industriali di zolfo (ottenuti dalla desolforazione di gas naturale e petrolio). Entrambi sono trattati in appositi macchinari. Successivamente, il fertilizzante ottenuto può essere successivamente impiegato nei terreni molto alcalini e secchi in modo da renderli più fertili.
Quando l’unione fa la forza
Oltre alla Sbs, che è il soggetto capofila, sono riuniti in un consorzio altri 4 partner: le aziende Zolfital SpA, che si occupa di collegare la fase di produzione dello zolfo e l’utilizzo per il nuovo fertilizzante. La Fratelli Branca SpA fornisce, invece, gli scarti organici da impiegare nel processo. Inoltre, l’istituto ellenico American Farm School si occuperà dell’esecuzione di test di campo in Grecia, mentre l’Università mediterranea di Reggio Calabria contribuirà alla fase di impostazione, analisi scientifica e di esecuzione e validazione dei test del nuovo fertilizzante. A seguito delle analisi chimiche e biochimiche sui terreni trattati, si occuperà della conseguente caratterizzazione e certificazione del prodotto.
Obiettivo del progetto: tra risorse e benefici per la salute
Il progetto mira a produrre 3000 tonnellate di fertilizzante organico-minerale. Grazie a questa nuova metodologia, verranno salvate dalla discarica circa 1320 tonnellate di scarti di arancia e verranno recuperate 24000 tonnellate di zolfo. Inoltre, i benefici sulla salute del suolo sono straordinari. Secondo i promotori del progetto, ci sarà un aumento della resa del raccolto del 30% nei terreni in cui viene impiegato l’innovativo fertilizzante. Si testerà quest’ultimo su circa 27 ettari di terreni con varie colture, disseminate su un’area complessiva di 27 ettari tra Abruzzo, Calabria e la città greca di Salonicc
In alcune aree del mondo, fra cui la Costa Rica, l’utilizzo degli scarti delle arance, così come quelli del caffè, ha già dato risultati importanti ed evidenti nella lotta alla desertificazione nelle foreste tropicali.
Fonte: AgrifoodToday e Green.me